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*Buona lettura*

domenica 14 marzo 2010

Mine Vaganti.Pasticci poco saporiti

In una Lecce economicamente produttiva, fiore all'occhiello dell'industria alimentare è la famiglia Cantone che, da più di due generazioni porta avanti con decoro e conservatorismo una vasta produzione di pastasciutta. Capostipite del lignaggio è La nonna - Ilaria Occhini - di poche parole, molto rispettata e ben voluta da tutti i suoi familiari, che oggi, portano avanti - con successo - l'azienda. Il maggiore dei due rampolli ne tiene ora le redini, in attesa di dividersi i proventi del lavoro con il fratello minore che studia a Roma. È così che Tommaso - Riccardo Scamarcio - deve scendere a Lecce per firmare alcune carte necessarie alla ridefinizione dei ruoli di gestione dell'azienda; che lo vedranno diventare il comproprietario con il fratello maggiore. lo farà, in concomitanza di un'importante cena di lavoro, atta a firmare gli accordi dell'entrata in società di un'altra importante famiglia del Tavoliere nella holding dell'azienda. Tommaso poco prima della cena fa outing della sua omosessualità al fratello maggiore Antonio - Alessandro Preziosi -, confessandogli di aver paura della reazione dei genitori alla notizia, ma, del sentirsi troppo oberato dal peso di tenerglielo nascosto.

Durante la cena di rappresentanza, servita in pompa magna, a sorpresa, Antonio dichiara a tutti la propria omosessualità, battendo sul tempo Tommaso. Inquel momento tutti i "valori" difesi dal capostipite della famiglia Cantone cedono all'umiliazione; così come il suo cuore, tanto che, al padre di Tommaso e Antonio viene un infarto. Cacciato Antonio, a Tommaso rimane l'onere di rammentare gli strappi della tovaglia di famiglia, rinunciando al suo desiderio di fare outing per il bene dei propri consanguinei.

Sarà proprio nell'agoniato ritorno alla normalità, alla difesa di valori perbenisti borghesi e la presa in mano dell'azienda che, a Tommaso, spetterà il compito di redimere secoli di conservatorismo che gravano sulle spalle della sua famiglia per cerare di rimettere le cose a posto.



Questo primo condito con cime di rapa - però -, sembra più che mai un polpettone sciapo di emozioni, condito di buonismo, che, per Ozpetek, non segna niente di innovativo rispetto al panorama delle sue precedenti pellicole. Gradevole e azzeccata la colonna sonora: evocanti pizziche e sonatine di Giuliano Palma fanno buon sottofondo ai colori vivaci e luminosi del Leccese che riflettono sul pallore di personaggi non sempre ben delineati e scolpiti dalla mano del regista. A volte scontato e patetico, assolve l'omosessualità colpevolizzando l'eterosessualità, che passa come gradevole e accettabile folklorismo più che condizione umana.

Una storia che parla di sud profondo, di disonore, di incomprensioni e di tempi che cambiano, ma che restano gli stessi di una volta, che sembrano moderni ma che in realtà non hanno tempo.

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